Amalgama dentale: nuovo regolamento UE
Nel maggio 2017 l’Unione Europea ha emanato il Regolamento Ue 2017/852, che riguarda anche l’uso dell’amalgama dentale.
Il regolamento prevede la riduzione graduale dell’amalgama. Dal 1 luglio 2018 ed dal 1 gennaio 2019 in Europa entrano in vigore vincoli sull’utilizzo e rimozione dell’amalgama dentale, in parte già in vigore in Italia dal 2001.
L’obiettivo di lungo periodo è l’eliminazione dell’amalgama entro il 2030. Gli esperti dell’Ue riconoscono che il mercurio è una sostanza molto tossica, che rappresenta una minaccia grave e globale per la salute umana, ed esprimono la necessità di un’azione a livello locale, regionale, nazionale e internazionale.
Questo quanto prevede il regolamento Europeo:
– a decorrere dal 1° luglio 2018 l’amalgama dentale non può essere utilizzato per le cure dei denti decidui, le cure dentarie dei minori di età inferiore a 15 anni e delle donne in stato di gravidanza o in periodo di allattamento, tranne nei casi in cui il dentista lo ritenga strettamente necessario per esigenze mediche specifiche del paziente;
– a decorrere dal 1° gennaio 2019 l’amalgama dentale può essere usato solo in forma incapsulata pre-dosata. L’uso del mercurio in forma libera da parte dei dentisti è vietato.
Dal 1 gennaio 2019 gli “operatori degli studi odontoiatrici che utilizzano l’amalgama dentale o rimuovono otturazioni contenenti amalgama dentale ovvero denti con tali otturazioni, devono garantire che il proprio studio sia dotato di separatori di amalgama per trattenere e raccogliere le particelle di amalgama, incluse quelle contenute nell’acqua usata”.
Entro il 1 luglio 2019 ogni Stato membro definisce un piano nazionale, a proposito delle misure che intende attuare al fine di eliminare gradualmente l’utilizzo dell’amalgama dentale. La norma UE mira a prevenire i danni che il mercurio provoca nell’ambiente.
“In questa fase – spiega Marco Landi, presidente del CED (Council of European Dentists) – il CED ha un ruolo di coordinamento e supporto ai Paesi Membri, la palla passa dall’Europa (che dovrà ancora elaborare alcune circolari esplicative) ai Ministri della Salute dei singoli Stati membri per definire le regole di applicazione del regolamento UE”.
Il nodo centrale per gli studi odontoiatrici italiani sarà quello dei separatori d’amalgama che, stando al regolamento UE, dovranno essere in dotazione per ogni riunito dello studio, mentre per ANDI (che ha già inviato tempo fa una nota in tal senso al Ministero della Salute) devono essere “montati” solamente sui riuniti utilizzati per rimuovere le otturazioni in amalgama.
Per adeguare il proprio studio alla normativa, spiega ad Odontoiatria33 Maurizio Quaranta, vice presidente dell’Associazione europea che rappresenta i depositi dentali, due sono le strade.
La prima è quella di istallare un separatore d’amalgama “centralizzato”, ovvero sui motori aspiranti di ultima generazione. Questo è il sistema più pratico, con un unico intervento si risolve il problema per tutti i riuniti in dotazione. Il costo si aggira dai 500 euro (per i modelli più recenti) fino ai 3000 euro.
Se non dispone di un sistema centralizzato di aspirazione, l’unica soluzione possibile è quella di applicare il separatore d’amalgama al singolo riunito, sia dentro il riunito (se possibile) oppure all’esterno dello stesso. In entrambi i casi il costo per l’intervento parte dai 2000 euro.
Ovviamente oltre al costo del separatore di amalgama sarà necessario effettuare la corretta manutenzione e lo smaltimento dell’amalgama recuperata.
Fonte: Norberto Maccagno, Odontoiatria33. Per l’articolo completo CLICCA QUI
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